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I piatti della festa
Con la solennità dell'Immacolata, la festa più importante dell’Avvento, festeggiamo la Madre Santa per eccellenza, prototipo della redenzione dell’umanità. Immacolata Concezione significa che Maria fu concepita senza peccato originale.

A proclamarne il dogma provvide Pio IX, ma soltanto nel 1854. Il Concilio di Trento aveva già dichiarato, per la verità, che Maria non era da ritenersi inclusa nel peccato originale, senza tuttavia definirne il dogma. Nel 1661 papa Alessandro VII con la bolla “Sollicitudo” vietò «di negarla sotto qualsiasi forma» giacché l’università di Granata, nel 1617, aveva emesso il “votum sanguinis” ovvero la difesa fino al martirio dell’Immacolata Concezione di Maria.

Non fu da meno Palermo che ribadì il “voto sanguinario” come fu tradotto. Mentre infuriava la peste del 1624, il Pretore, di sua iniziativa, aveva pensato bene di nominare Santa Rosalia protettrice della Città. Per evitare i fulmini del Cielo e quelli della Santa Chiesa scavalcata, il Senato ordinò allora, molto prudentemente, che «in perpetuo si offrisse alla Madonna di Trapani un cero di rotoli 50 e all’Immacolata di San Francesco un donativo di 100 onze d’argento».

La festa della Madonna fu, un tempo, occasione per scannare il primo maiale. La carne di maiale è sempre stata giudicata “pesante” e assolutamente invernale, retaggio di musulmane idiosincrasie.

L’8 dicembre era buona usanza recuperare il tempo perduto. La nottata della vigilia era rallegrata dal classico “sfincione" , mentre in cucina si preparavano ragù di grosse salsicce da sugo; testa, cotiche e puntine. Ragù che si arricchiva anche della prima ricotta per condire quei lunghi nastri di pasta sottile che i siciliani si ostinano a chiamare lasagne.

Non mancavano grossi cardi fritti in pastella e solenni insalate di finocchi e ravanelli cui si affidava la speranza di una buona digestione. Il “gucciddatu”, come si chiama in corretto siciliano, era poi una grande ciambella ripiena di pasta di fichi secchi, zuccata, pistacchio, mandorle e nocciole, impastati con il miele: un dolce votivo a forma di collana da offrire a una donna, nato prima dell’arrivo dello zucchero e il cui nome viene dal basso latino “buccellatum”, cioè dolce di forma circolare.

L'Immacolata Concezione in Sicilia

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